MusicaStoriaMusiche è la (bruttina, convengo) etichetta che mi è sembrato comodo associare tanti anni fa a una serie di incontri, di cui sono relatore, a partire dal 2004. Ad oggi MusicaStoriaMusiche conta quasi 700 lectures, molte delle quali sono state effettuate a Brescia (dove il progetto ha avuto inizio, grazie alla collaborazione della Scuola e della Fondazione diocesana Santa Cecilia), altre a Correggio, città in cui vivo, ed altre ancora in vari centri in Lombardia, in Veneto, in Emilia-Romagna, grazie a diversi committenti.
Le mie modalità si sono modificate col passare degli anni, reagendo alle stimolanti suggestioni che mi sono sempre venute da un pubblico numeroso, ed appassionato. Mi sono sempre mosso, tuttavia, cercando di fare riferimento ad alcune linee portanti.
La prima, per me la più importante: io devo farmi capire, perché chi mi dedica il suo tempo per lo spazio di una conferenza, o più d’una, deve tornare a casa portando con sé qualcosa. Saranno, di volta in volta, a seconda del tipo di lezione e della persona che partecipa, informazioni, curiosità, scoperte, emozioni, od altro: quando mi accorgo che questo accade il mio lavoro ha avuto un senso; quando percepisco qualche increspatura vuol dire che devo mettere a punto l’approccio, l’esposizione, la scelta degli argomenti, il registro espressivo. Con gli anni ho imparato a farlo: così, almeno, credo.
Altra linea portante è, s’intende, la musica: la musica di cui mi occupo, quella su cui posso dir qualcosa con cognizione. Di solito si chiama “musica classica”. Ma – e qui sta il punto – la musica mi guida, nel senso che le mie lectures hanno sempre al centro l’ascolto musicale: qualche volta la dimensione concettuale (e dunque esplicativa) prende un po’ il sopravvento, altre volte l’ascolto musicale è del tutto centrale, e cerco di farmi da parte. Ma sempre la musica è il cuore degli incontri di MusicaStoriaMusiche: l’ascolto musicale. LE musiche, dunque, perché LA Musica è fatta di musiche.
Un terzo aspetto (ma l’ordine è meramente espositivo) è la condivisione. Ascoltare musica insieme muove emozioni ed apre capacità riflessive che l’ascolto solitario (che pure offre tanti memorabili momenti agli appassionati) non può offrire. Qualsiasi brano musicale il cui ascolto io proponga durante le mie lectures, vede me come ascoltatore attento e partecipe, insieme a chi ascolta le mie parole e la musica. Ho imparato tantissimo, da questo, e percepire le emozioni dei miei ascoltatori mentre scoprono una musica che non conoscevano, o ascoltano con spirito diverso qualcosa che era già loro noto, è fra le esperienze più gratificanti di questo lavoro.
Ancora. L’accento sul termine Storia è fondamentale. Non solo perché io sono uno storico della musica, ma perché nulla si può comprendere senza la storia. “La storia che spiega la musica”, è il titolo di un magnifico libro di Georg Knepler che ha molto segnato i miei anni di formazione: ma potrei dire, con forza, che anche “La musica spiega la storia”. Non si può capire la terza Sinfonia di Beethoven senza conoscere la storia europea degli anni tra la rivoluzione francese e la restaurazione; ma vale anche il contrario: Beethoven è attore della storia europea di quegli anni, e quella Sinfonia non solo dice di Beethoven e di com’era la musica a quel tempo, ma dice anche qualcosa di fondamentale e di irrinunciabile su quel tempo. Lo stesso vale per i madrigali cinquecenteschi, o per il Lied ottocentesco, o per il teatro musicale, e così via.
Su una pagina di questo sito web si può trovare un resoconto, credo significativo, dal lavoro svolto fino al 2024.
Nella home page, ed in altre pagine, si trovano le informazioni sull’attività in corso.
Il mio primo volume, “Il racconto dei racconti. Der Ring des Nibelungen di Richard Wagner”, ha molto a che fare (oltre che con la mia attività accademica e di studioso) anche con gli incontri di MusicaStoriaMusiche, che a Brescia ospitarono due cicli di conferenze sulla tetralogia wagneriana (nel 2009 e nel 2020).
Ma ancor più legato allo spirito del progetto MusicaStoriaMusiche è il volume che ho in preparazione (confido di pubblicarlo entro il 2025) e che si intitolerà:
Alma Musica
Perché (e come) aver cura della musica classica
Con due saggi sulla musica benefica
(War Requiem di Benjamin Britten e Fidelio di Ludwig van Beethoven)